Intervista alla Presidente dell'Associazione, Prof.ssa Lucia Scaffardi

Bentrovati a “Meet the Board”! Ogni mese vi presenteremo il cuore pulsante della nostra Associazione, ovvero i membri del Consiglio Direttivo, dell’Organo di Controllo e del Collegio dei Probiviri. Il loro apporto è fondamentale per mantenere viva e attrattiva l’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma.

Concludiamo la nostra rubrica “Meet the Board” intervistando la Prof.ssa Lucia Scaffardi, Presidente dell'Associazione Alumni e Amici.

Professoressa Scaffardi, lei guida da quasi tre anni l’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma. Cosa l’ha spinta a questo impegno?
La definirei una “chiamata”, una restituzione nei confronti di quella che da decenni considero fortemente la mia casa. Già nel precedente board ero entrata a far parte del Consiglio Direttivo ed avevo subito compreso che non si trattava di un’Associazione nata per caso. L’Associazione pone a fianco degli Alumni la parola “Amici”. Dà fin da subito il senso di coinvolgimento, inclusione, anche a chi magari non si è laureato o ha studiato da altre parti, ma sente forte il legame con l’Ateneo di Parma e i suoi valori. Parma non è solo la città del Food ma anche la città di uno degli Atenei più antichi in Italia. La commistione tra tradizione e innovazione è ciò che fa del nostro Ateneo (e dell’Associazione) un luogo unico di confronto e costruzione, rivolto al domani con forti radici che ci ancorano a valori come solidarietà, eguaglianza, inclusione, rispetto e perché no, gioia di vivere insieme. Ho imparato molte cose da chi prima di me ha presieduto l’Associazione e quando mi è stato chiesto dal precedente Rettore e dal voto unanime di tutta l’Associazione se fossi disponibile a guidarla nel mandato successivo non ho avuto dubbi nell’accettare per provare a mantenere il ritmo e – se possibile – accelerarlo, pur consapevole che sarebbe stato un altro grande impegno di agenda. Ma, si sa, le sfide sono fatte per essere raccolte, ed eccomi qui.

E’ già tempo di bilanci? Cosa le ha dato maggiore soddisfazione e di che cosa a suo avviso l’Associazione ha ancora bisogno?
Non spetta certo a me fare bilanci o emettere giudizi e il lavoro che mi (e ci) aspetta è ancora intenso. Voglio però approfittare di questa occasione per esprimere pubblicamente il mio ringraziamento al Consiglio Direttivo, ai probiviri e ai revisori per il clima di armonia e impegno che ci ha permesso di veder crescere in modo esponenziale gli iscritti e dar vita ad una nutrita serie di appuntamenti, alcuni dei quali, da quest’anno, addirittura all’estero. E non va dimenticato l’apporto del personale tecnico-amministrativo, dei giovani di cattedra e di tutti coloro che aderiscono alle nostre iniziative, anche loro in costante aumento. Visite a mostre, concerti, faccia a faccia con Alumni oggi protagonisti nelle varie professioni, networking cocktail, corsi sulla buona governance e, naturalmente, il nostro fiore all’occhiello, il premio annuale dedicato all’Alumnus che maggiormente si è distinto nella sua carriera, senza mai perdere il legame con la nostra Università.

Non dimentichiamo il suo ruolo come ordinario di Diritto Pubblico Comparato e il coordinamento scientifico del progetto Food For Future che è valso al suo Dipartimento il riconoscimento di Eccellenza…

Da giurista so bene quanto sia fondamentale il saper armonizzare i diritti ai doveri, i principi alle regole. Per chi ha vent’anni non sempre questo è comprensibile in automatico e bisogna sforzarsi non solo di spiegare, ma anche di ascoltare, perché ho di fronte a me coloro che negli anni a venire scriveranno leggi, impugneranno sentenze, lavoreranno grazie a regolamenti e direttive. E’ un impegno stimolante e bellissimo, che negli ultimi anni – dopo essermi occupata tra le tante cose di Dna, privacy, hate speech e Brics – mi ha avvicinato al mondo del Diritto al cibo, osservato attraverso le sue molteplici e interdisciplinari sfaccettature. Ebbene, vedere che il nostro LLM in lingua inglese in Global Food Law sta raccogliendo crescenti adesioni di ragazze e ragazzi provenienti da ogni latitudine è il riconoscimento che meglio appaga dopo tanta fatica: un melting pot culturale nel nome del Diritto su una delle tematiche più rilevanti dei prossimi decenni.

C’è qualche consiglio che vorrebbe dare a studentesse e studenti su un fronte e laureate e laureati sull’altro? L’Università di Parma è un cantiere in continua crescita. Vale per l’offerta formativa, vale per il rapporto con il territorio e le comunità, vale infine per il grande rispetto che tutta la città ha nei confronti dei giovani; credo non sia un caso se proprio Parma sarà Capitale europea dei Giovani nel 2027. Sì, vivere e studiare a Parma, dove anche io sono nata, è qualcosa di speciale, di avvincente. E’ l’ambiente ideale per mettersi in gioco e al tempo stesso valorizzare le proprie idee e quanto si ha dentro, non solo all’interno delle aule o in sede di esame. In fondo l’Associazione Alumni e Amici è la cartina di tornasole di tutto questo: un luogo che accoglie, ma anche una realtà che ti sprona ad esserci, a metterci la faccia. E, a proposito, mettete anche la vostra firma e iscrivetevi!

 

Articolo a cura di: Pierpaolo De Chirico