Intervista al membro del Collegio dei Probiviri, Prof. Andrea Errera

 

        

Bentrovati a “Meet the Board”! Ogni mese vi presenteremo il cuore pulsante della nostra Associazione, ovvero i membri del Consiglio Direttivo, dell’Organo di Controllo e del Collegio dei Probiviri. Il loro apporto è fondamentale per mantenere viva e attrattiva l’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma.

Proseguiamo la nostra rubrica “Meet the Board” intervistando il Prof. Andrea Errera, membro del Collegio dei Probiviri. 

Professore, qual è il suo ruolo all’interno dell’Associazione e cosa l’ha spinta a farne parte?
Sin dall’inizio sono stato coinvolto nella fase della nascita stessa dell’Associazione, e sotto il primo Presidente ho ricoperto il ruolo di componente del Consiglio direttivo, contribuendo nei primi Consigli a delineare le strategie di base e l’impostazione saliente dell’Associazione. 

Ho poi di buon grado accettato di svolgere le funzioni di membro del Collegio dei Probiviri, ruolo in cui sono attualmente impegnato, cercando di dare un contributo di diversa natura, ma credo non meno importante, al funzionamento corretto ed efficace dell’Associazione, di cui ho anche contribuito ad emendare recentemente lo Statuto. Ricordo che il Collegio dei Probiviri – che dura in carica tre anni e i cui membri sono rieleggibili – ha il compito di decidere sulle controversie che dovessero insorgere tra associati, tra questi e l’Associazione, o tra i suoi organi.

Sappiamo che da molti anni svolge la sua carriera accademica qui all’Università degli Studi di Parma. Ci parli brevemente della sua esperienza nel nostro Ateneo e di ciò che le ha lasciato – e le sta dando – in termini di valori e insegnamenti. 
Dopo aver svolto attività didattica in molte altre Università per venticinque anni (in particolare in altre sette Atenei, come incardinato o come docente supplente o a contratto), e in particolare dopo aver tenuto la cattedra presso l’Università di Catanzaro come ordinario per quindici anni, ho avuto l’opportunità di cominciare ad insegnare presso l’Università di Parma nel 2012, e ho svolto inizialmente per tre anni attività in qualità di docente supplente a titolo gratuito, per poi partecipare al concorso a cattedra ed essere incardinato nel Dipartimento di Giurisprudenza, Studi politici e internazionali a partire dal 2015. Da alloraho felicemente e con vera soddisfazione svolto molti diversi corsi di lezione presso l’Ateneo di Parma conoscendo Colleghi autorevoli, competenti ed amichevoli. Ho inoltre partecipato attivamente alla vita del Dipartimento collaborando all’interno delle sue molteplici commissioni, e ho così maturato l’opinione di essere inserito in un contesto accademico dinamico, scientificamente agguerrito e attento alle esigenze didattiche degli studenti.

Quali consigli le sarebbe piaciuto ricevere da neo-laureato e quali vorrebbe dare ai/alle giovani neolaureati/e dell’Università degli Studi di Parma oggi?
Il consiglio che mi sento di dare, e che io non ho ricevuto al momento della mia laurea, è quello di privilegiare soprattutto la formazione di carattere metodologico, non solo durante il percorso universitario ma anche nello sviluppo della successiva carriera professionale, quale che essa sia: infatti, occorre considerare che la formazione tecnica specialistica è soggetta inevitabilmente a subire aggiornamenti continui, e quindi a divenire obsolescente e ad essere superata dalle incessanti novità dottrinali, scientifiche o tecnologiche, mentre l’impostazione concettuale di logica e di argomentazione che presiede alla esatta costruzione di un pensiero raziocinante non sarà mai e in nessun caso destinata ad invecchiare e ad essere accantonata. Le leggi della correttezza del pensiero logico, oggi in gran parte trascurate nell’insegnamento e ignorate persino da professionisti ormai navigati, sono uno strumento indispensabile per l’espressione di un vero ragionamento critico che sia in grado di indirizzare l’attività professionale verso la capacità di aggiornare in modo consapevole le proprie competenze, accogliendo e fronteggiando con successo le complesse sfide dell’innovazione.