Intervista al Consigliere dell'Associazione Alumni, Dott.ssa Rosangela De Simone
Bentrovati a “Meet the Board”! Ogni mese vi presenteremo il cuore pulsante della nostra Associazione, ovvero i membri del Consiglio Direttivo, dell’Organo di Controllo e del Collegio dei Probiviri. Il loro apporto è fondamentale per mantenere viva e attrattiva l’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma.
Proseguiamo la nostra rubrica “Meet the Board” intervistando la Dott.ssa Rosangela De Simone, membro del Consiglio Direttivo e del Gruppo Giovani dell'Associazione.
Dott.ssa De Simone, qual è il suo ruolo all’interno dell’associazione e cosa l’ha spinta a farne parte?
Sono Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione e faccio parte del Gruppo di lavoro “Giovani”. Ho aderito all’Associazione come membro fondatore sin dalla sua nascita nel marzo 2016. L’aspetto più importante che mi ha spinta ad aderire all’Associazione è stata la gratitudine verso l’Università di Parma e la volontà di supportare i giovani nel complesso passaggio dal mondo universitario al mondo del lavoro, offrendo la mia esperienza professionale. Ritengo infatti di avere ricevuto dall’Università di Parma un bagaglio di conoscenze davvero significativo in termini di arricchimento personale, accademico e poi professionale poiché grazie alla collaborazione tra l’Università di Parma e l’Università di Cardiff nel Galles ho avuto la possibilità per alcuni anni di insegnare lingua e cultura italiana all’interno del dipartimento di studi europei. Queste esperienze mi hanno consentito di ampliare le mie skills ovvero le mie competenze e di costruire il ponte della mia professionalità attraverso quella “mano fondamentale” che mi ha dato il nostro Ateneo, grazie alla preparazione e alla dedizione dei docenti che ho avuto la fortuna di conoscere e alle opportunità lavorative che l’Università mi ha consentito di afferrare. Di recente, l’Associazione ha lanciato un progetto rivolto alle studentesse e studenti del nostro Ateneo dal titolo “Alumni in Agenda 2030: le professioni del futuro” a cui sto dando un contributo significativo. Quindi, far parte dell’Associazione rappresenta per me un modo per trasferire ai tanti giovani studenti e laureati la mia esperienza umana e professionale oggi con uno sguardo più maturo dato da numerosi anni lavorativi al fine di restituire quanto l’Università di Parma mi ha dato nel corso degli anni. E’ quindi il mio modo di dire semplicemente GRAZIE al nostro Ateneo.
Sappiamo che si è laureata in lingue e letterature straniere presso il nostro Ateneo. Come ricorda quegli anni? E quali sono gli insegnamenti ricevuti durante gli anni accademici di cui fa tesoro?
Sì, ho conseguito la laurea con lode in lingue e letterature straniere moderne con indirizzo storico-culturale nell’allora Facoltà di Lettere e Filosofia. Ricordo gli anni universitari come anni di intenso studio, impegno e crescente passione per gli studi letterari, linguistici ma anche storici e sociologici. Dalla big apple di New York, città dove sono nata e cresciuta, il passaggio ad una città a dimensione d’uomo come Parma, ha richiesto un riadattamento culturale e un adeguamento ad un nuovo stile di vita, ma grazie alle mie solide radici italiane ho da subito apprezzato la qualità della vita e la ricchezza culturale che rende Parma un luogo ideale dove studiare e vivere. Ricordo con nostalgia mattine e pomeriggi in biblioteca, tra un’ora di lezione e l’altra, a leggere opere di letteratura italiana, inglese e francese oppure tomi di linguistica generale di de Saussure e di filologia germanica, spaziando da testi letterari a quelli di storia, sociologia e filosofia. Ho compreso che gli studi di letterature straniere non solo contribuiscono ad arricchire il bagaglio culturale e umano, ma offrono anche strumenti che possono aiutare a fare la differenza nella carriera professionale poiché favoriscono la capacità di comunicare, analizzare e comprendere in modo profondo e persino sfumato realtà diverse dalla propria. Credo che tale percorso di studi possa aiutare a diventare più saggi, più accorti, più sensibili, più lungimiranti, in genere, più attrezzati nell’interpretare il mondo che ci circonda. Non solo, la letteratura è, inoltre, l'unico modo che abbiamo per vivere altre vite in aggiunta alla nostra, poiché essa rappresenta l’esperienza, le storie, i pensieri e i sentimenti di persone diverse da noi, nella cui testa possiamo entrare tramite la lettura delle loro opere. Personalmente, posso dire che gli studi letterari mi hanno dato la possibilità di allenare la mente nel comprendere mondi ed epoche anche lontani dal nostro. Credo che questo sforzo sia stato una palestra che mi ha abbia aiutato a sviluppare la capacità di analizzare persone e fatti in profondità. In aggiunta, proprio la distanza temporale, linguistica e culturale di molti testi letterari ci rende coscienti di quanto siano cambiati valori, mentalità e schemi di pensiero e ciò contribuisce a creare in noi la consapevolezza che il presente non è l’unica realtà concepibile e che il cambiamento è sempre possibile. In un certo senso, infatti, credo che lo studio della letteratura ci educhi anche a cambiare il mondo.
Di cosa si occupa attualmente?
Attualmente lavoro all’interno della Fondazione Collegio Europeo di Parma, istituto di formazione post-laurea in studi europei di cui l’Università di Parma è Socio Fondatore, e ricopro il ruolo di Responsabile Organizzazione e Coordinamento. Il Collegio Europeo offre formazione a giovani laureati provenienti da tutte le parti del mondo sulle politiche dell’UE attraverso un master in alti studi europei organizzato con il nostro Ateneo. Gli aspetti di organizzazione e coordinamento comprendono una serie di attività volte allo sviluppo strategico della Fondazione attraverso l’ideazione e implementazione di percorsi formativi rivolti non solo a giovani laureati ma anche a figure professionali come quella della PA. Un aspetto importante di cui mi occupo riguarda le relazioni di tipo istituzionale con alti funzionari delle Istituzioni europee (Commissione europea, Parlamento europeo, ecc.) in quanto docenti o ospiti del Collegio. In aggiunta, le mie attività sono attivamente collegate ai giovani studenti del Collegio per quanto concerne il coordinamento per il loro inserimento in stage presso realtà pubbliche e private a livello europeo ed internazionale nonché per la preparazione verso una carriera europea o internazionale. La dimensione europea ed internazionale del Collegio Europeo è altresì garantita da eventi inaugurali e lectiones magistrales di cui mi occupo tenute da personalità di alto profilo come il Vicepresidente Antonio Tajani o Enrico Letta, attualmente Presidente del Jacques Delors Institute.che hanno tenuto delle lectiones magistralis di recente.
C’è qualche consiglio che sente di poter condividere con gli studenti e le studentesse che si affacciano al mondo del lavoro per la prima volta?
Affacciarsi per la prima volta sul mondo del lavoro può essere un’esperienza entusiasmante ma anche piena di sfide. In un mondo sempre più globale ed interconnesso, il primo consiglio che do è quello di raggiungere un’ottima padronanza della lingua inglese (parlata e scritta) e di un’altra lingua straniera, possibilmente. Dalla mia vasta esperienza professionale al Collegio, posso dire che gli studenti che hanno avuto maggiori successi lavorativi e una carriera in crescita sono quelli che oltre a possedere consolidate competenze giuridiche, economiche e politologiche possedevano anche un ottimo livello di inglese sia parlato che scritto. Per ottimo livello intendo un inglese professionale adeguato per l’ambiente di lavoro. Quindi, invito gli studenti ad aderire ai programmi di studio Erasmus, a seguire corsi all’estero e persino a trovarsi dei lavori all’estero durante i mesi estivi. L’intelligenza artificiale offre anche valide soluzioni per apprendere le lingue straniere.
Il secondo consiglio è quello di essere proattivi e motivati, pronti al sacrificio con capacità di adattamento, organizzazione e flessibilità. Non bisogna avere paura di affrontare compiti nuovi o di provare nuovi ruoli.
Il terzo consiglio è quello di costruire relazioni umane e professionali. Svolgere una costante attività di networking e curare le relazioni è un aspetto fondamentale.
Ultimo consiglio è quello di seguire il proprio cuore. Perché è solo la passione che consente di portare avanti un’attività lavorativa nel tempo.
Articolo a cura di: Alessia Mastrangelo