Intervista al membro del Collegio dei Probiviri, Prof. Gino Gandolfi

 

Bentrovati a “Meet the Board”! Ogni mese vi presenteremo il cuore pulsante della nostra Associazione, ovvero i membri del Consiglio Direttivo, dell’Organo di Controllo e del Collegio dei Probiviri. Il loro apporto è fondamentale per mantenere viva e attrattiva l’Associazione Alumni e Amici dell’Università di Parma.

Proseguiamo la nostra rubrica “Meet the Board” intervistando il Prof. Gino Gandolfi, membro del Collegio dei Probiviri. 

Professore, qual è il suo ruolo all’interno dell’Associazione e cosa l’ha spinta a farne parte?
Sono uno dei componenti del Collegio dei Probiviri. Il mio legame con l’Associazione risale ai tempi della sua costituzione. Ricordo, con piacere ma anche con nostalgia, che l’Associazione nacque per volontà di un gruppo di Amiche e di Amici. Tra questi voglio citare l’indimenticabile e da me indimenticato prof. Loris Borghi. 

Fu proprio lui, nelle vesti di Magnifico Rettore, a volere la creazione di una “casa comune” in cui far coabitare i laureati e gli Amici della nostra Università di ieri, di oggi e di domani. Oggi sento il dovere morale di contribuire a coltivare e a realizzare quel sogno.


Lei si è laureato presso l’Università degli Studi di Parma, dove ora ricopre il ruolo di Professore ordinario. Come vede il suo compito educativo nello stesso Ateneo in cui ha conseguito la laurea e quali sono gli insegnamenti che le ha lasciato la sua esperienza di studente nell’Università degli Studi di Parma?

Gli anni che ho trascorso all’Università di Parma, nell’allora Facoltà di Economia e Commercio, sono gli anni più belli della mia vita. Forse, proprio per tale ragione ho deciso di non lasciarla più. Ho avuto la fortuna di incontrare ragazze e ragazzi che sono diventati miei Amici ma ancor di più ho avuto la grande opportunità di conoscere Professori che mi hanno trasmesso saperi ma anche il piacere per lo studio. Non mi sono mai stancato né mai mi stancherò di manifestare nei loro confronti la mia gratitudine. Per tale ragione, ritengo che il modo migliore per testimoniare la mia riconoscenza nei confronti di chi mi ha formato sia cercare di restituire alle mie studentesse e ai miei studenti i “doni” ricevuti dai miei Professori. In particolare, cerco di ispirarmi al celeberrimo aforisma di Plutarco “i giovani non sono vasi da riempire ma fiaccole da accendere”. Mi auguro di trasferire la conoscenza della disciplina che insegno ma, ancor di più, spero di riuscire a trasmettere ai miei ragazzi la passione che mi anima.

Quali consigli vorrebbe dare ai/alle giovani laureati/e di oggi che si affacciano al mondo del lavoro?
Il primo consiglio consiste nel farsi ispirare dai veri Valori; a questi non bisogna mai rinunciare. Bisogna, inoltre, profondere sempre il massimo impegno senza farsi mai abbattere dagli eventuali contrattempi. Questi ultimi, come gli errori, devono essere fonte di crescita e di miglioramento. Infine, occorre essere flessibili, aggiornati (non si finisce mai di imparare!) e pronti a cogliere le opportunità che il mondo del lavoro, in continua evoluzione, è in grado di offrire.